Symbiosis

Symbiosis è una parola greca che significa “vita insieme”. Con l’uso la parola ha assunto il significato di “vita in comune con reciproco vantaggio”. Io intendo estendere questo significato agli esseri non viventi, ossia all’intero ecosistema e, non essendo il pianeta Terra un sistema isolato, per ecosistema intendo tutto quel mondo con il quale possiamo interagire.

Symbiosis è dunque una convivenza cosmica con mutuo vantaggio e rappresenta la base teorica sulla quale costruire una nuova morale. La nuova morale non ha il compito di salvaguardare la sola specie umana, ma estende la sua tutela all’intero cosmo, privilegiando le categorie di appartenenza, che per noi uomini naturalmente sono: l’individuo, poi la famiglia, poi il comune, la nazione, la specie, il regno animale, e così via fino a comprendere gli oggetti non biologici. Voglio dire: tra uccidere un uomo ed uccidere un pollo c’è per noi una bella differenza, ma non avere interesse per la salute del pollo sarebbe comunque un grave errore. Tale interesse deve entrare nella nostra indole, nell’istinto. Finché il dolore per la fine di un qualsiasi essere non farà parte delle emozioni umane così come ne fanno parte la paura o la fame, noi saremo a rischio. Tale rischio non lo correvano i nostri predecessori, che per questo non erano ecologisti.

La lunga storia umana ha visto solo in questi ultimi decenni, in parallelo con lo sviluppo tecnologico e l’aumento demografico, un progressivo estendersi del concetto di società ad altre nazioni prima, poi ad altre razze, poi agli animali vertebrati e soltanto di recente agli altri gruppi di animali ed alle piante. Guardare da fuori questo processo fa pensare a due cose: una è che esso è l’effetto di una necessità, quella di salvaguardare la nostra stessa sopravvivenza e la sua qualità in un mondo ormai irrimediabilmente alterato e sempre più drammaticamente pericoloso per gli esseri viventi; l’altra è che forse possiamo anticipare i prossimi passi e, cogliendo questa preziosissima occasione, escogitare una forma di convivenza, quindi una morale che sia definitiva ed in cui l’uomo, col suo intelletto, giuochi il ruolo di progettista e di garante dei diritti di tutti gli esseri di qualsiasi categoria, ossia dell’intero sistema Cosmo.

Symbiosis non è un progetto ambientalista volto a salvaguardare alcune specie e paesaggi particolarmente pregiati, ma è la forma più intelligente e organizzata di egoismo che la specie umana possa permettersi. L’alternativa alla simbiosi cosmica da me proposta è l’assoluto individualismo che, al di là di qualsiasi giudizio etico, premierebbe per un periodo limitato solo gli individui più forti, una stretta minoranza degli uomini, prima che il pianeta Terra ristabilisca suoi equilibri a svantaggio della nostra specie. Tra questi due casi estremi si svolgono le attuali vicende umane, in una continua lotta tra individualismi più o meno teorizzati, altruismi parziali ed ecologie animaliste spinte in pochi casi ad abbracciare anche il regno vegetale ed il mondo geologico.

Al mondo non sta a cuore la salute dell’Uomo o del Panda: ben altri problemi si pongono la nostra cara madre Terra e la sua galassia. È all’Uomo che interessa la salute del suo piccolo sistema ed è poco assennato vivere alla giornata, senza porsi il problema ecologico, visto che la nostra qualità di vita è già scaduta rispetto ad un secolo fa e la sua rovina è in forte accelerazione.

È per tale motivo che invoco il vostro aiuto nel proporre e nel discutere alcuni temi che potrebbero rappresentare la struttura di un serio progetto di convivenza cosmica.

Tanto per iniziare vi chiedo un parere su quanto scritto. Inoltre, qualora siate d’accordo con me, vi esorto a fornire esempi riguardo al deterioramento della qualità di vita in questi ultimi anni.

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